Non è possibile!! Il solito
ingorgo…cosa sarà capitato questa volta? Un semaforo rotto? Lavori
in corso? Un vigile particolarmente imbranato? Comunque sia…non c’è
proprio via d’uscita!
E pensare che poco più di un mese fa, più
o meno alla stessa ora di oggi, mi trovavo a |
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Tsokha (3.000 metri ca.) nella regione indiana
del Sikkim.
Il nostro bel trek era ormai quasi giunto al termine:
il giorno successivo saremmo tornati a Yuksam. Non era neanche più
quel freddo intenso che ci aveva fedelmente accompagnato nei giorni precedenti
… come quel pomeriggio passato dentro il rifugio (decisamente “spartano”
come tutti i rifugi sikkimesi!) di Sumiti Lake: fuori nevicava ed uno yak, |
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legato lì davanti, si copriva
di neve…tanto che all’inizio era nero, ma pian piano era diventato bianco,
assomigliando sempre di più a quello, realmente bianco, che avevamo
incontrato e plurifotografato al pascolo proprio un giorno prima sulla
strada da Thangsing a Zemathang (Sumiti Lake).
Tornando a quel giorno: stavamo tutti bene, tutti
e sei soddisfatti di essere riusciti |
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nell’impresa! La nostra mèta: il Goecha
La (5.336 metri)…partenza dal rifugio di Samiti Lake (4.700 metri) alle
3,15: era buio e la luna - che aveva trionfato sulla tormenta del pomeriggio
- si |
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rifletteva sul lago sacro e risplendeva
sulla neve. Difficilmente potrò dimenticare la gioia che ho provato
nel vivere quel momento! La neve non era poi così ghiacciata e si
camminava abbastanza bene… Non facile da spiegare, ma proprio io (la più
giovane… ndr.), intorno alle 7,30, ho “ceduto” in quel tratto…: niente
di patologico, ma per un po’ |
la mèta mi è sembrata
irraggiungibile e soprattutto grazie alle parole di incoraggiamento
di un’amica, sono arrivata e forse neanche per ultima! Scherzi a parte…
tralasciando l’ordine di arrivo,di nessuna importanza |
per nessuno di noi, la vera grande soddisfazione
è che tutti e sei eravamo arrivati e le montagne sacre che avevamo
intorno (Pandim 6.692 metri – Kanchenjunga 8.579 metri) ci avevano premiato |
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mostrandosi in tutta la loro fierezza,
“aiutate” dai raggi del sole ormai alto… Tashi,
il nostro Sherpa, e Nandù manifestavano il loro orgoglio: la vera
impresa l’avevano compiuta loro guidandoci così sapientemente in
quel luogo stupendo!
Quel pomeriggio, sulla via del ritorno a Tsokha,
dopo aver avuto tutto il tempo per |
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rilassarsi e ricominciare ad avere contatti con
un nucleo abitato, le nostre tre tende vennero montate al centro del villaggio,
vicino ad un piccolo stupa bianco (una delle peculiarità del nostro
trek è stata infatti quella che per sei giorni non abbiamo incontrato
villaggi, né comunque nuclei abitati). Tashi ci propose di trascorrere
un po’ di tempo in una casa del luogo, ospiti di una signora tibetana. |
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Non dimenticherò mai l’atmosfera
serena intorno a quel focolare. La padrona di casa, una sessantenne che
dimostrava circa ottantanni, ci ha accolto con tanta amabilità. |
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La stanza non era molto grande e all’inizio sembrava
buia… Poi, pian piano, ha acquistato una luce propria…mettendo a fuoco
ai nostri occhi, avidi di conoscenza, i più piccoli particolari
come per esempio |
gli utensili: c’erano alcuni colini
e dei mestoli di ottone e di rame che ognuno di noi avrebbe voluto avere
nel proprio salotto! L’aria che si respirava diventava, con il passare
dei minuti, sempre più “antica” e, se non fosse
stato per una foto della figlia abitante a |
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Gangtok e per i farmaci che la signora
ha dichiarato di prendere (saputo che fra di noi c’erano dei medici, ha
chiesto subito un consulto!), in quella situazione si sarebbe potuto vivere
400 o 500 anni fa! |
Già dai primi momenti che sono
entrata, mi sentivo osservata in modo particolare dalla nostra gentile
ospite…Tashi mi ha spiegato che era stupita dei miei capelli… biondi e
ricci: non li aveva mai visti prima! |
Ha persino chiesto se fossi nata così…
Mi sono avvicinata, li ha toccati ed ha accennato un lieve enigmatico sorriso,
di rara dolcezza.
Un bambino che aiutava la signora nei lavori domestici |
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ci ha poco dopo offerto un bicchiere
(per la verità…più di uno!) di “chang”: è una
birra fatta con il miglio ed il lievito servita in un vaso di canna
di bambù tagliata in sezione, con aggiunta di acqua bollente, il
tutto fatto fermentare una decina di minuti: |
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proprio una vera delizia…anche per
un’astemia come me! Per la verità qualcuno di noi ha forse un po’
esagerato nel “gradire” ed indubbiamente l’ambiente, da sereno che era,
è diventato anche “spumeggiante”: la signora ha “sopportato”
con paziente ospitalità continuando le sue faccende… accovacciata
vicino al focolare con i tegami predisposti per la ormai prossima
sua cena e pregando con il suo rosario. |
In questi popoli lo spirito religioso
è molto acceso: tutta la vita della giornata “ruota” intorno alla
preghiera. |
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Come per magia la strada si è
liberata… Posso proseguire: strano, ma sono grata a questo ingorgo
che è durato così tanto… Vorrei in futuro saper “trovare”
sempre più “momenti” miei e… magari non al volante!
Sissy |
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