TURKMENISTAN

Storia

E’ la parte meridionale ed occidentale del Turkestan occidentale. La capitale è Ashabad.. Il paese, già dal X-XI secolo, prese il nome di Turkmenistan dalle popolazioni di discendenza turca dell’Asia  Centrale, via via giunte ad occuparlo.

In particolare i Selgiuchidi, dal loro capo Selgiuq, prevalsero su tutti e fondarono regni che si mantennero, con varia fortuna, fino al XIV secolo. Dopo ci furono i turchi che fondarono l’impero ottomano, sostituto di quello dei Selgiudichi, ed inoltre i turcomanni che, con le loro confederazioni del “montone bianco” e del “montone nero”, si allearono, verso il 1478, con Venezia ed i Bizantini, per scacciare gli ottomani.

Poi i turcomanni si diffusero in Siria, in Anatolia ed in tutta la Persia; si fusero con le popolazioni locali, e piano piano, perdendo gran parte del loro nomadismo, divennero popoli sedentari; il territorio fu oggetto di lotte di conquista e, fra i pretendenti, ci furono i Khan Ozber di Kiva e gli scià di Persia.

Ma nel XIX secolo, dopo una strenua difesa, dovettero sottostare alla preponderanza della forza dei russi, dai quali furono, appunto, soggiogati.

Il paese rimase dipendente dalla Russia finchè qui, con la rivoluzione del 1917, si pose fine al governo zarista. Poi, con le ribellioni di tutti Khanati suoi satelliti, la Russia, ormai bolscevica, fu costretta a fare delle concessioni; ed il 14 aprile 1921 costituì 5 Repubbliche Federate autonome, fra le quali quella del  Turkmenistan.

Da allora, come Repubblica Socialista Sovietica seguì le stesse vicende dell’Unione Sovietica fino al 1989, quando, con l’avvento di Gorbacev, ogni repubblica potè ritornare padrona del proprio destino.

Durante tutto quel periodo il paese subì una forte russificazione alla quale si era aggiunta una severissima campagna per la totale distruzione dell’islam. La popolazione era insoddisfatta, soprattutto il ceto intellettuale.

Non avendone avuta l’opportunità, il paese non aveva prodotto una opposizione politica, cosicchè alle prime elezioni del 1989, il Partito Comunista del Turkmenistan non subì contrasti.

Piano piano si cercò di aprire  la strada ad una cauta democratizzazione con la formazione di un movimento indipendentista, il Fronte Popolare, più legato ai problemi della lingua e della cultura che a quelli politici. Ma fu messo subito fuori legge ed il 7  gennaio 1990 alle elezioni  per il Soviet Supremo l’unico partito partecipante fu quello comunista. Presidente fu eletto S. Niyazov, primo segretario del partito già dal 1985. Comunque, nel maggio di quello stesso anno, lingua ufficiale al posto del russo fu stabilito il turkmeno ed il 22 agosto fu dichiarata la piena sovranità della Repubblica.

Fra il 1991 ed il 1992 vari importanti avvenimenti si verificarono al fine di consolidare l’entità nazionale del paese,ma anche sul piano internazionale. Nel marzo si rinnovò l’unione cooperativa con Mosca, il 27 ottobre fu proclamata l’indipendenza e si cambiò nome in Repubblica del Turkmenistan, il 2 marzo 1992 fu ammessa alle Nazioni Unite ed in seguito si svilupparono strette relazioni con le repubbliche centro-asiatiche, nonché accordi commerciali con la Turchia e l’Iran. Verso quest’ultimo stato il Turkmenistan guardò con sempre maggiore attenzione poiché, disponendo di una sviluppata e moderna rete di autostrade, rappresentava una via più sicura per l’esportazione, senza attraversare il Mar Caspio, del gas  di cui il Turkmenistan era, ed è tuttora, grande produttore.

Il presidente Niyazov, frattanto, aveva raccolto nelle sue mani il potere centrale della repubblica, anche quello di premier.

Ridusse la libertà di stampa, il diritto alle associazioni ed i diritti delle minoranze etniche. Sostanzialmente aveva istituito una mezza dittatura. Nonostante ciò nelle elezioni del 1992 ottenne il 99,5% dei voti e poi nel gennaio 1994 con un referendum popolare vide esteso anche il suo mandato presidenziale fino al 2002.

Con questo stile di governo riuscì, però, a mantenere lo stato in una  posizione di laicismo, che non intaccò i rapporti con i paesi dell’ex Unione Sovietica né quelli con gli stati musulmani. Ma la cosa più importante fu che nel territorio turkmeno non si verificarono fino ad allora contrasti fra le diverse etnìe e confessioni religiose.
 
Tuttavia il  paese, dichiarato neutrale, come già riconosciuto dalle Nazioni Unite sin dal 1995, rimase ancora dipendente dalla Russia per le questioni economiche e continuò per un certo tempo i suoi impegni nell’ambito della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). Anzi, a questo proposito, come l’Uzbekistan, aveva anche coltivato l’intenzione di rappresentare il ruolo guida.

Ma col tempo gli impegni con la Comunità erano stati diradati ed alcun processo di integrazione con altri popoli era stato avviato. Tanto che a tutti i cittadini della Comunità che avessero manifestato il desiderio di visitare il paese, veniva imposto, sin dal marzo 1999,  l’obbligo di munirsi di un visto di ingresso, e ciò valse anche per i russi.

Come paese neutrale il Turkmenistan si adoperò moltissimo per cercare di ricomporre le questioni che avevano portato la guerra civile nel Tagikistan. Altrettante azioni di pace  erano state effettuate per risolvere il conflitto russo-afghano.

Niyazo, uomo carismatico ed ambizioso, volle portare il Turkmenistan ad un livello internazionale fin lì del tutto sconosciuto. Pensò di elevare la capitale, Asgabat, alla stessa stregua di altre grandi capitali mondiali e fece di tutto per attirare dagli altri paesi quei finanziamenti necessari per la costruzione di grandi alberghi di lusso, un nuovo aeroporto intercontinentale ed un monumentale splendido “Palazzo del Governo”. Quest’ultimo, nelle intenzioni del presidente, doveva servire come sede  di trattative regionali ma, soprattutto, a conferenze e meeting di importanza mondiale.