PAESI  BASSI

Storia

La storia del popolo olandese ci dice che nessuna nazione, dopo aver subìto inondazioni, straripamenti, guerre, invasioni, distruzioni e morte sia stata capace di riemergere dalla sventura con tanta tenacia come gli olandesi, nel tempo, sono stati capaci di fare.

Uno dei più grandi uomini di questo popolo, Guglielmo il Taciturno, coniò per sé un motto, che invece può essere adattato a tutti: “Continuerò a resistere”.

Nel 50 avanti Cristo i romani invasero il territorio e vi trovarono popolazioni di stirpe germanica: i Frisoni al nord ed i Batavi al sud. Essi vivevano di caccia e di  pesca ed i romani, dovendo attraversare grandi e tumultuosi fiumi, faticarono molto per sottometterli. I romani sfruttarono il lavoro dei nativi ma si adoperarono anche per migliorarlo. I Batavi, infatti, impararono dai romani a costruire dighe e scavare canali per imbrigliare l’acqua che si riversava  con la furia del mare inondando le zone. Man mano che si avvicinava la decadenza dell’impero romano, anche qui si allentò il loro dominio finchè nel 400 dopo Cristo finì del tutto. Ed altre popolazioni germaniche arrivarono nella regione. Nel VI secolo si ebbero i Frisoni, sempre al nord, i Sassoni al centro ed i Franchi al sud.

Questi ultimi, dopo sanguinose guerre, riuscirono a sottomettere gli altri che, però, tentarono più volte di ribellarsi, finchè furono definitivamente debellati da Carlo Magno, che ivi regnò dal 768 all’814, e che impose alle genti la religione cristiana.

Nel secolo successivo, tutte le terre conquistate da Carlo Magno e che costituivano il cosidetto “Impero Carolingio”, si smembrarono e divennero tanti piccoli stati, spessissimo in guerra fra loro. Poi dal XII al XIV secolo si modificarono le frontiere di questi stati che si ridussero a 4: Olanda, Fiandre, Brabante e Gheldria, tutti governati da sovrani stranieri.

Poi nel XV secolo, guerre dinastiche, ed altre vicende, divisero ancora una volta questi stati che alla fine furono 17. Ma nel 1548 iniziò in quelle terre una dominazione che non fu solo militare ma anche religiosa, portata dagli eserciti di Carlo V, re di Spagna, e tendente a combattere tutti gli stati di culto protestante e calvinista.

Alcuni stati non si sottomisero e, attraverso dure lotte,riuscirono a mantenersi indipendenti. Ed il più grande dominatore in queste lotte fu un nobile olandese, Guglielmo d’Orange, detto il Taciturno. Il casato d’Orange fu quello che dette allo stato un gran numero di valorosi capitani ed uomini di ingegno e che nel tempo portarono l’Olanda alla completa indipendenza.

Nel 1579 alcuni stati del nord si unirono fra loro per combattere gli spagnoli, e formarono l’Unione di Utrecht firmando un accordo che rappresentò il vero inizio dell’autonomia politica delle provincie protestanti. Queste nel 1581 si ribellarono agli spagnoli e fondarono la “Repubblica dei Paesi Bassi”, che molto più tardi prese il nome di Olanda.

Invece le provincie meridionali rimasero cattoliche, sotto il dominio degli spagnoli, e formarono quello che poi in seguito sarebbe stato il Belgio.

Nel XVII secolo si conobbe un grande progresso nell’economia, dovuto alla potenza della flotta olandese che possedeva 16.000 navi, più di quelle francesi ed inglesi messe insieme. Ed in questo periodo si iniziò pure l’avventura coloniale olandese nelle due Americhe, nel Sudafrica e nell’Indonesia.

Poi per tutto il XVIII secolo la Repubblica Olandese si trovò al centro delle guerre di successione che si combattevano fra di loro le grandi potenze, e cioè la Francia, la Spagna, l’Inghilterra e l’Austria. Le case regnanti, infatti, erano tutte imparentate fra di loro, e per questo cercarono di avanzare diritti sul territorio che volevano occupare perché ricco e fertile.

E nel 1806 ancora una volta l’Olanda dovette soccombere ad un dominio straniero, quello di Napoleone I, che creò il “Regno d’Olanda” e mise a capo del regno suo fratello Luigi Bonaparte. Quando poi Napoleone fu sconfitto, nel Congresso di Vienna del 1815, i rappresentanti degli stati europei decisero di porre sul trono d’olanda e del Belgio, che erano ancora uniti, il figlio dell’ultimo principe ereditario (statolder) Guglielmo V, che salì al trono in quell’anno con il nome di Guglielmo I ed iniziò una nuova dinastìa.

Negli anni seguenti si continuò a migliorare sempre più la situazione economica tanto che l’Olanda divenne uno dei paesi più ricchi del mondo. Gli olandesi crearono colossali compagnìe di navigazione che concentrarono  nelle loro mani gli affari mondiali più redditizi.

Intanto fra il popolo si andava via via sviluppando un forte nazionalismo, contrastante non solo il piccolo partito comunista,appena nato, ma anche il partito nazista, capeggiato da A. Mussert, che stava facendo le prime apparizioni, modellato su quello tedesco di Hitler.

Questo partito, nonostante la crescita del  movimento “unità per mezzo della democrazia”, nelle elezioni provinciali del 1936 aveva incamerato il 10% dei voti. In quelle del 1937 poi, invece, i risultati furono così deludenti che Mussert rinunciò pure ad entrare in Parlamento. Il governo fu affidato a Colijn che si dimostrò saggio e sempre attento alla difesa delle libertà democratiche. Il gabinetto fu composto da una maggioranza di deputati di destra.

Si iniziarono subito lavori importanti come bonifiche e costruzione di ponti ed autostrade. Dal 1935 al 1937 ci fu una grande ripresa economica ed il porto di  Rotterdam esplicò un’attività che non si registrava dal 1929.

In politica estera l’Olanda preferì rimanese fuori dalle alleanze con altri paesi ma specialmente con quelli nordici prese iniziative di  collaborazione economica.

Nel 1937 Hitler offrì all’Olanda un patto per la difesa del territorio, offerta che fu rifiutata. Ed il paese continuò a svolgere la sua opera nell’ambito della Società delle Nazioni e nel 1938 confermò la collaborazione con il blocco degli “stati di Oslo”, cioè Belgio, Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Lussemburgo.

Ma intanto nuvole minacciose si profilavano in Europa e l’Olanda si preoccupò subito di riorganizzare le proprie forze armate, in tutti i settori. Nel 1938 fu elaborata una legge che avrebbe raddoppiato non solo il numero di giovani da chiamare alle leve militari ma anche il periodo di attività. E prima ancora che la legge fosse approvata si verificò l’unione dell’Austria alla Germania, ed allora tutti i militari in procinto di lasciare il servizio, perché congedati, furono invece trattenuti andando così a raddoppiare il contingente.

A luglio del 1939 il governo Colijn cadde e nuovo premier fu Jonkheer De Geer. La situazione europea era diventata preoccupante: molti territori olandesi, lungo la linea d’acqua, per eventuale difesa furono inondati, mentre il governo il 1° settembre 1939 proclamava la sua neutralità.

Contemporaneamente Hitler ordinava l’invasione della Polonia. Poiché nei primi giorni di maggio erano sempre più andate addensandosi alla frontiera le truppe tedesche, l’Olanda raddoppiò la vigilanza. Il 9 maggio 1940 si ebbe sicura la notizia della prossima invasione tedesca ed il giorno dopo scattò l’operazione. E questa fu portata a compimento non solo dalle forze armate vere e proprie ma da tanti altri vari elementi che formarono una specie di “quinta colonna”. Essi furono migliaia di tedeschi entrati in precedenza clandestinamente nel paese, il personale della locale delegazione e numerosissime donne di servizio  tedesche che prestavano la loro opera presso famiglie olandesi. Alcune ore dopo l’invasione, dal ministro degli esteri tedesco fu consegnato al ministro degli esteri olandese un messaggio in cui il suo governo garantiva l’integrità dello stato e della dinastìa in cambio della non resistenza. Intanto la regina, con la sua famiglia, era riuscita a raggiungere Londra e da lì continuò a coordinare le azioni di guerra con tutti i mezzi e le risorse a sua disposizione.

Indubbiamente l’anima del governo in esilio fu la regina Guglielmina, coadiuvata da Van Kleffens e dal ministro De Geer che si dimise nel dicembre 1940, sostituito dal prof. Gerbrandy.

All’inizio le truppe d’occupazione tedesche cercarono di guadagnarsi la simpatìa del popolo ma non riuscendovi ebbero subito applicazione i ben noti metodi nazisti: campi di concentramento e persecuzione degli ebrei. La resistenza olandese rese la vita molto dura ai tedeschi. Essi cercarono di instaurare un governo simile a quello di Norvegia, il famoso Quisling, ma solo verso la fine del gennaio 1943 poterono formare un organo di 8 consiglieri tutti nazisti, tre dei quali furono uccisi nei primi dieci giorni di insediamento. Ed intanto l’ingegner Anton Adrian Mussert era divenuto uno dei più attivi collaboratori dei tedeschi tanto da meritarsi il titolo di “leider del popolo olandese”.

Quando il 7 dicembre del 1941 ci fu l’attacco della base navale americana di Pearl Harbor, l’Olanda dichiarò guerra al Giappone, risultando evidente la strategìa che quel paese stava applicando. Il Giappone, infatti, intendeva occupare le Indie Olandesi e per far ciò doveva debellare prima la massima potenza di opposizione, cioè gli Stati Uniti.

Nel gennaio 1942, ormai come alleata degli Stati Uniti, l’Olanda dichiarò guerra all’Italia fascista, dopo aver interrotto le relazioni diplomatiche;  nel dicembre di quell’anno a Londra la regina, con un discorso ufficiale, dichiarò indipendenti i popoli indonesiani.

Con il prolungarsi della guerra in Olanda, guerra che i tedeschi avevano ritenuto poco più di una passeggiata, e venendo a mancare in Germania tutti i generi necessari alla sopravvivenza, si verificarono saccheggi e confische finchè tutti i magazzini olandesi furono svuotati. I tedeschi sottrassero pure porte e finestre dalle abitazioni per poter rimediare in parte alle deficienze delle città tedesche continuamente bombardate. E dopo le merci toccò agli uomini. Nel 1943 scoppiò una rivolta ed i tedeschi iniziarono le deportazioni. Il 10 novembre 1944 nella sola Rotterdam furono arrestati 52.000 uomini tra i 18 ed i 40 anni. In tutto quasi 600.000 uomini sparirono dall’Olanda e furono dirottati in vari campi di concentramento in Germania, in Belgio ed in Francia. Per non parlare degli ebrei che deportati in 110.000 ne sopravvissero solo 6000.

Quando si attuò lo sbarco in Normandia, con la presenza anche di soldati olandesi, i tedeschi attuarono nel paese un vero e proprio regime di terrore, ed inoltre requisirono tutti i generi alimentari lasciando la popolazione,in quel gelido inverno del 1944/45, letteralmente a morire di fame. Migliaia furono le vittime e più della decima parte del territorio fu allagato dalle inondazioni.

Finchè il 30 aprile del 1945 cominciarono ad arrivare i primi approvvigionamenti da aerei inglesi. Il 5 maggio i tedeschi si arresero incondizionatamente.

Appena liberato il territorio il professor Gerbrandy, come capo del governo in esilio, annunciò la formazione di un governo provvisorio. Presidente del Consiglio di questo governo fu il professor Schermerhorn; Van Kleffens fu confermato agli esteri e tutti gli altri ministri furono prelevati dalle file della resistenza. Ma la guerra, finita in Europa, non lo fu in Giappone. Oltre 200.000 volontari olandesi andarono in Inghilterra per essere istruiti. In agosto però il Giappone si arrese ed in Indonesia il 40% degli olandesi colà residenti risultarono morti per stenti ed il resto erano ostaggi della Repubblica Indonesiana.

Nel 1946 ci furono le elezioni. Il Partito Cattolico e quello Socialista risultarono i più forti per cui formarono un governo di coalizione sotto la presidenza del cattolico Beel. In precedenza si era proceduto alla punizione dei collaborazionisti. Il primo a subire la fucilazione fu Mussert.

Si iniziò subito una vasta ripresa economica mentre il quadro politico via via subiva delle variazioni a causa di una forte deflessione dei comunisti.

Nel marzo 1948 l’Olanda sottoscrisse un patto di mutua assistenza economica e militare con l’Inghilterra, la Francia, il Belgio ed il Lussemburgo, mentre si prospettava la nascita di una nuova entità, l’Unione Olandese Indonesiana. La quale fu concordata nella Conferenza della Tavola Rotonda all’Aja tra agosto e novembre 1949, in cui ebbe l’indipendenza l’Indonesia. Non così fu, però, per la Nuova Guinea tanto che il giovane stato indonesiano nel gennaio 1951 chiese la revisione dello statuto dell’Unione posponendo la nuova adesione al riconoscimento della sovranità della Nuova Guinea. In conseguenza di ciò si ebbe una crisi di governo e l’allora premier W. Drees, socialista, ne compose un altro, sempre di coalizione.

Allo scoppio della guerra in Corea, l’Olanda si trovò a discutere il riarmo, essendo entrata nel Patto Atlantico già dall’agosto del 1949.

Nel giugno 1952 nuove elezioni diedero la maggioranza relativa ai socialisti e Drees costituì ancora un governo di coalizione fra i socialisti ed i cattolici-controrivoluzionari, con la collaborazione dei sindacati. Nel luglio 1953 l’Olanda aderì alla Comunità Europea di Difesa, con Belgio e Lussemburgo, ma difficoltà sopraggiunte in Francia fecero fallire l’iniziativa.

Con l’Indonesia proseguirono le trattative per la ratifica dell’Unione, ma non avendo raggiunto accordi sulla Nuova Guinea, si trasferì tutta la questione alle Nazioni Unite. Falliti i nuovi negoziati, svoltisi a Ginevra, il 4 febbraio 1956 l’Indonesia abolì l’Unione e nel dicembre 1958 nazionalizzò tutte le piantagioni proprietà dell’Olanda.

Contrasti vari sulla politica economica del paese portarono all’unione economica del Benelux ed alla caduta di Drees. Le elezioni anticipate del marzo 1959 affidarono la maggioranza ai cattolici. Lo spostamento a destra produsse il gabinetto De Quay composto da cattolici, liberali, antirivoluzionari e cristiano-sociali. All’opposizione si insediarono i socialisti.

Il 16 agosto 1960 furono interrotte le relazioni diplomatiche con l’Indonesia, sempre a proposito della irrisolta questione della Nuova Guinea. La crisi si risolse il 31 luglio 1962 con il passaggio della Nuova Guinea sotto il controllo diretto delle Nazioni Unite, a partire dal 1° ottobre. Continuarono, però, a rimanere sotto la dipendenza olandese il Suriname e le Antille Olandesi.
Nelle elezioni del 15 maggio 1963 i cattolici ed i protestanti mantennero le loro posizioni ed un nuovo governo, formato con la stessa coalizione, fu costituito il 23 luglio da V. G. M. Marijnen, e rimase in carica fino al 26 febbraio 1965, quando cadde per disaccordi sulla dibattuta riforma della radio e della televisione. Il 12 aprile fu formato un nuovo governo dal cattolico-popolare J. Cals, con una certa tendenza a sinistra.

Nel 1966 iniziarono diffuse proteste, soprattutto giovanili, intese ad  ottenere un risanamento politico e sociale del paese e nel settembre di quell’anno la regina Giuliana, in un discorso ufficiale, confermò il suo impegno perché il rinnovamento, da più parti richiesto, fosse stato raggiunto. E fra il 1967 ed il 1973, quando i socialisti tornarono a guidare il governo col loro leader J. Den Uyl, si ebbero altri tre ricorsi ad elezioni anticipate.

Nel frattempo, la crisi internazionale del petrolio, aveva costretto il Parlamento ad applicare, nel gennaio 1974, poteri speciali per fronteggiare la situazione economica del paese. Fra l’aprile ed il maggio 1975 ci furono varie discussioni a proposito dell’appartenenza  dell’Olanda all’Alleanza Atlantica ed alla installazione delle armi nucleari. Ed intanto il governo aveva scelto l’acquisto dell’aereo americano F-16, preferito al francese Mirage F-1, confermando la dipendenza dell’economia nazionale al potere statunitense.

Nel marzo 1977 sopraggiunse una crisi fra socialisti e cattolici per cui nel successivo maggio si ebbero nuove elezioni ed i socialisti vi ebbero la maggioranza relativa. Nel gennaio 1978 fu varato un governo di centro-destra, guidato dal cattolico A. Van Agt, che rimase in carica fino al maggio 1981. Molte questioni furono dibattute in quel periodo: la disoccupazione, i tagli alla spesa pubblica, l’installazione degli euromissili “Cruise”. Finchè nel maggio 1982 si arrivò alla crisi e nel settembre dello stesso anno si ebbero nuove elezioni che videro una forte avanzata dei  liberali. Si ebbe un nuovo governo di centro-destra, guidato dal democristiano R. Lubbers. Egli, per poter diminuire il forte deficit statale, operò tagli alla spesa pubblica e ciò provocò gravi tensioni sindacali.

Nel novembre 1985 si accettò l’installazione dei “Cruise”, con decorrenza dal 1988. Ma questa questione ri risolse spontaneamente allorchè un accordo fra Stati Uniti ed Unione Sovietica abolì le testate nucleari. Ma in precedenza, nel  1983, era stata approvata una nuova Costituzione che apportava diverse variazioni alla precedente, e cioè:

- l’abbassamento a 18 anni di età del diritto di voto;
- l’introduzione del “diritto sociale” all’assistenza pubblica per tutti i cittadini;
- l’estensione della libertà di opinione a tutte le forme di comunicazione;
- l’abolizione di ogni elemento discriminatorio religioso, sessuale o etnico;
- la soppressione della pena di morte –

E poiché la nuova Costituzione, in virtù di un precedente emendamento, aveva soppresso il divieto alla successione femminile al trono, la regina Giuliana nel 1980 aveva abdicato in favore della figlia Beatrice.

Con le elezioni politiche del maggio 1986 si confermò il  governo Lubbers il quale, tra l’altro, nel 1989 avviò un piano ventennale per il risanamento dell’ambiente. Questo comportò una limitazione ed un maggior controllo nel campo dell’edilizia, la maggiorazione delle tasse sulla benzina e l’abolizione delle esenzioni fiscali per i pendolari che usavano mezzi privati di trasporto.
I liberali però si opposero al piano e decretarono una nuova crisi di governo che, naturalmente, portò a nuove elezioni. Ed in seguito a queste si ebbe un  governo di centro-sinistra sempre presieduto da Lubbers. Il suo tanto discusso piano ventennale del 1989 fu rivisitato nell’agosto del 1990 e fu varato con la eliminazione del capitolo fiscalità relativo ai pendolari. Questo però portò un ulteriore aumento dell’imposta di consumo sui carburanti.

Nel marzo 1991 le elezioni provinciali furono caratterizzate da un ampio calo dei liberali. E ciò costrinse a rivedere alcune norme comprese nel piano economico in quanto con l’aumento del deficit statale fu rimesso in discussione il capitolo dell’assistenza sociale. E questo portò  alla privatizzazione di alcuni servizi; fermo restando l’impegno di governo sulla difesa dell’ambiente e dei diritti civili.

Nel 1993 fu legalizzata la presenza dei locali in cui veniva praticata la prostituzione ed anche, in parte, per quei casi speciali che venivano giudicati dai medici di volta in volta, fu consentita l’eutanasia. A tutto questo si aggiunse poi la decisione di ridurre le spese militari di quasi il 50% con l’impegno dell’abolizione graduale del servizio di leva, da realizzare entro il 1998.
 
Proprio il tanto  dibattuto tema dell’assistenza sociale fece calare notevolmente i voti sia per i democristiani che per i laburisti alle elezioni del 1994. Tanto che il laburista Wim Kok fu chiamato a formare un governo di coalizione fra laburisti, liberali e membri del “Democraten 66”, mentre per la prima volta, dopo circa 80 anni, i democristiani  passavano all’opposizione. Gli stessi, invece, alle elezioni del giugno 1994 per il rinnovo del Parlamento Europeo, poterono mostrare la loro supremazia conquistando 10 seggi contro gli 8 dei laburisti ed i 6 dei liberali.

Nell’ambito del nuovo governo, però, erano continuate le dispute fra laburisti e  liberali, sempre a proposito dell’assistenza sociale.

Nel 1995 si ebbe una parziale privatizzazione nel settore delle poste e delle telecomunicazioni e si elaborò un progetto atto a ridurre il contingente militare professionistico.

Inoltre, fra  il 1996 ed il 1997, a seguito di vibrate e reiterate proteste da parte degli altri stati europei in tema di droga,  il governo dovette riesaminare i decreti nazionali in materia di droghe leggere, abbondantemente permesse.

Nelle politiche del 1998 i laburisti beneficiarono di un forte sostegno degli elettori, a scapito degli altri partiti, fra i quali il democristiano che continuò a perdere consensi. Chi invece vide aumentare in maniera soddisfacente il proprio contingente fu il partito “Grien Links”, nato nel 1991 dall’alleanza di alcuni piccoli partiti di sinistra, come radicali, social-pacifisti e comunisti.
Comunque, il nuovo governo, consentito dal risultato delle ultime elezioni, mantenne la stessa coalizione di quello precedente.

Nel frattempo, però, nel marzo di quello stesso anno, alle elezioni provinciali per il rinnovo della Camera Alta, era emersa la precarietà della maggioranza, nei partiti al governo, poiché quelli più forti risultarono il Democratico Cristiano ed il Groen Links.