PANAMA

Storia

Sul primo avvistamento delle coste del Panama esistono notizie incerte che danno come primo arrivato A.de Ojeda nel 1499; invece è certo che nel 1501 navigava in zona R. Galvan de Bastidas, ma nel 1502, al suo quarto viaggio, fu Colombo che le esplorò in tutta la loro estensione. Egli tentò pure, ma inutilmente, di fondare una colonia che però nel 1510 fu creata da Diego di Nicuesa, che era governatore della provincia detta Castilla del Oro. Sempre nello stesso anno questa colonia fu spostata sulle rive del Tuyra da Martin Fernandez de Enciso, già compagno di Ojeda, che ivi fondò la città di Santa Maria la Antigua del Darien
.
Enciso però fu costretto ad abbandonare la città per la rivolta dei coloni che passarono al comando di Vasco Nunez de Balboa, già compagno di Bastidas.
Nunez continuò le sue esplorazioni e nel settembre del 1513 avvistò il Pacifico e ne prese possesso in nome del re di Spagna.

Il suo successore Pedro Arias Davila fondò la città di Panamà , che è la più antica delle città rimaste fra tutte quelle create dai "conquistadores".

Molti furono i governatori che si avvicendarono: importante fu Francisco de Barrionulvo  (1534/36) che fece iniziare gli studi per la costruzione di una via tra i due oceani; ma dovette abbandoare l'idea poichè fu chiaro sin dall'inizio che l'impresa avrebbe richiesto somme ingenti, allora non disponibili.

Nel periodo 1535/39, sotto il governatorato di Pedro Vasquez de Acuna, finì l’era della conquista poichè la colonia cominciò ad acquisire una certa stabilità.

Nel lungo successivo periodo (1539-1745) molti diversi avvenimenti si registrarono: la rivolta e la liberazione degli schiavi negri; le scorrerie dei pirati, specialmente inglesi, come Drake e Morgan; l’opera dei Gesuiti.

Gli schiavi, infatti, introdotti dai “conquistadores”, tenuti in un livello di vita assolutamente infimo, si ribellarono guidati dal loro re, Bayano, che dopo una resistenza di qualche mese, dovette arrendersi e poi fu giustiziato a Siviglia.

Negli ultimi anni del XVI secolo, gli avvenimenti di maggiore scalpore furono senz‘altro le scorrerie dei pirati, dei corsari e bucanieri. Il più famoso, l’inglese Francis Drake, dopo avere depredato diverse città le rase al suolo. Fra queste la città di
Nombre de Dios, che poi fu ricostruita e prese il nome di San Felipe de Porto Bello (1597). Questa, in breve tempo, assunse notevole importanza perchè dal suo porto partivano i galeoni spagnoli che rientravano in patria. Agli inizi del secolo successivo ripresero le scorrerie nella zona da parte del pirata Morgan che distrusse poi, dopo i saccheggi, le due città di Porto Bello e Panamà.

Altri pirati ripeterono ancora vandalismi e saccheggi per tutto il secolo e culminarono con l’arrivo di spedizioni scozzesi, il cui capo William Paterson stabilì sulle coste del Golfo del Darien le sue compagnie.

Furono però costretti ad abbandonare il territorio, sia per il clima a loro non congeniale, sia per le ripetute aggressioni portate dagli spagnoli.

Negli anni dal 1728 al 1741 imponente fu l’invasione che nella zona fecero i "Mosquito" del Nicaragua , tribù di indiani che, con l’aiuto di orde di corsari, portarono morte e distruzione .Questa situazione fu interrotta dal meticcio Luis Garcia che, aiutato dalle forze spagnole, liberò la zona. Poi, però, non ritenendo di essere stato giustamente ricompensato, iniziò lui una serie di ribellioni che si conclusero con la sua cattura e la condanna a morte.

Sopraggiunsero poi i tentativi di conquista da parte degli inglesi che cercavano in tutti i modi di distruggere il fiorente commercio spagnolo. E, per finire, i padri Gesuiti tentarono con ogni mezzo di convertire le popolazioni indigene. Parecchi di loro furono trucidati dai selvaggi "Indios" ed essi decisero di abbandonare l’impresa.

Inoltre, nel frattempo, i galeoni spagnoli intrapresero per i loro commerci la rotta più sicura, anche se più lunga, del Capo Horn, decretando così la fine della fiorente economia di Porto Bello, la cui popolazione viveva di tali commerci.

Poi la rovina si completò perchè i capitali, che fino ad allora erano stati investiti a Panama, presero altre strade ed anche la zona mineraria del Darien fu abbandonata dopo che diversi cittadini francesi, protetti dalla Spagna, furono trucidati dagli indigeni (1758).

Furono fatti molti tentativi per riportare a Panama i commerci e, quindi, il benessere, ma la maggior parte della popolazione composta da spagnoli, creoli, meticci, negri e indiani, si era trasferita nelle zone rurali per dedicarsi all’agricoltura e all'allevamento del bestiame. Molti operai lavorarono nelle officine che via via si costituivano.

Anche l’istruzione aveva subìto un duro colpo dopo che nel 1767 i Gesuiti erano stati obbligati dal re di Spagna a lasciare le colonie.

In questa situazione incominciarono a serpeggiare le idee liberali già diffuse in Europa dalla Rivoluzione Francese. Vane furono due spedizioni, una scozzese ed una ecuadoregna, inviate col tentativo di smorzare i primi moti di ribellione del 1819. Da qui ebbero inizio i moti separatisti del popolo ed il 28 novembre 1821 fu proclamata l’indipendenza del Panama e la sua unione con la Confederazione Colombiana, durata fino al 4 novembre 1903 quando, dopo 82 anni di tentativi di ribellione, veramente il 4 novembre realizzò la sua indipendenza.

Poco tempo dopo il riconoscimento della nuova Repubblica, sia da parte degli Stati Uniti che dalla Colombia, fu firmato il trattato di Hay-Bunau-Varilla per la cessione agli Stati Uniti della “Zona del Canale”.

La situazione economica precaria nel 1933 vide anche la svalutazione del “Balboa” e nel 1937 il debito estero salì a 150 milioni, e nello stesso anno si definirono i confini con la Colombia, chiudendo così, una annosa diatriba, e gli Stati Uniti aumentarono le annualità relative alla “Zona del Canale”, portando a 430.000 i 250.000 dollari-oro. Quest’ultimo atto venne ratificato, però, solo nel 1939. Il tutto sotto la presidenza di Juan Demostenes Arosemena, che morì il 16 dicembre 1939.

Prese il governo il primo Vice-presidente A.S.Boyd che diede impulso ai lavori di difesa del Canale e della strada automobilistica tra Panama e Colon, incamerando così quegli introiti che erano mancati per la diminuzione del turismo.

lI 2 giugno 1940 le elezioni presidenziali furono vinte da Arnulfo Arias. Egli portò subito alcune modifiche alla Costituzione; prolungò da 4 a 6 anni il mandato presidenziale; tolse il voto ai negri non di lingua spagnola; vietò l’immigrazione agli “africani” e agli ”asiatici”; riformò l’organizzazione giudiziaria e le assicurazioni sociali.

Per la sua xenofobia, per la riduzione della libertà e per una certa simpatia verso i regimi totalitari, Arias provocò una forte opposizione. Subì quindi un pacifico colpo di stato (attribuito agli Stati Uniti) ed al suo posto venne eletto R.A.de la Guardia che il 9 dicembre 1941 dichiarò guerra al Giappone; il giorno dopo alla Germania ed all’Italia, col sequestro di vari piroscafi tra i quali il "Biancamano". Venne espulso l’incaricato di affari spagnolo conte de Bailen; fu permesso agli Stati Uniti di costruire basi sul territorio panamense, dando così lavoro a numerosi disoccupati.

Il 4 gennaio 1943 l’Assemblea Nazionale rinnovò il mandato al de la Guardia per altri due anni. A questo punto gli oppositori, sostenitori di Arias, proclamarono delle agitazioni ed egli allora sospese la Costituzione, sostituì i ministri e proibì tutte le manifestazioni di massa.

Finiti poi, da parte degli Stati Uniti, i lavori di difesa del Canale, la disoccupazione aumentò notevolmente. Si cercò di porre rimedio dando il via alle costruzioni edilizie e dando impulso al lavoro agricolo, anche perchè  il disagio della precaria condizione economica era aggravato dalla scarsezza dei generi alimentari.

Nel 1944, con l’arbitrato del Cile, fu chiusa anche un’altra annosa questione: quella dei confini col Costarica.
Intanto, però, il partito liberale, capeggiato da F.Arias Pamedes, chiese una nuova Costituzione e Arnulfo Arias, decretando l’incostituzionalità della elezione del de la Guardia, chiese le sue dimissioni.

Egli, infatti, dopo aver sciolto l’Assemblea, diede il via alle nuove elezioni, che si tennero il 6 maggio 1945 e che confermarono il partito di governo; per cui de la Guardia rimase in carica ma fino al 15 giugno, quando si dimise lasciando l’incarico al presidente provvisorio L.A. Jimenez.

Nel 1945 furono riprese le relazioni con 1'URSS e fu approvata la nuova Costituzione; fu prorogata fino al 1948 la carica del governo provvisorio; si realizzarono alcune importanti opere pubbliche, come l’aeroporto e la centrale elettrica di Panama. Però il bilancio si mantenne precario e nel dicembre 1946 si dovettero diminuire gli stipendi ai dipendenti dello stato; mentre nel luglio, sempre del 1946, la Corte Suprema aveva assolto A. Arias dall’accusa di istigazione alla rivoluzione, per cui egli era stato scarcerato.

Ma una più grave situazione si dovette discutere, quella delle basi militari nordamericane; dopo lunghi negoziati, nel gennaio del 1948 le truppe statunitensi si ritirarono tutte nella "Zona del Canale".

Nel luglio 1948, turbolente elezioni portarono alla presidenza ancora un provvisorio: E. Obarrio. Questa elezione fu però contestata ed invalidata dalla Corte Suprema ed allora la presidenza andò a D.Diaz Arosemena, prevalente su A. Arias, che venne nuovamente arrestato in Costarica sempre con la stessa accusa di istigazione alla rivoluzione. Il 1° ottobre 1943 D. Diaz Arosemena assunse la carica e tolse lo stato d’assedio, esistente.

Ma la situazione economica non accennava a migliorare. C’erano sempre: l’esportazione scarsa perchè basata solo su un prodotto; 1'analfabetismo; l’insufficiente industrializzazione e la scarsissima stabilità dei vari regimi. Tutto ciò aveva portato solo disordine e miseria.

Le elezioni del 1949 riportarono alla presidenza Arnulfo Arias, appoggiato dal capo della polizia Josè Antonio Remon. Disordini e ripetuti colpi di stato, con l’avvicendarsi di altre brevissime varie presidenze, fecero sì che l’11 maggio 1952 regolari elezioni portassero al potere Josè Antonio Remon, che, per la verità, era stato negli ultimi anni il dominatore della scena politica del Panama.

Per imporre l’ordine nel paese adottò metodi dittatoriali e poi, con la preziosa collaborazione della moglie Cecilia, per migliorare l’economia, adottò coraggiose drastiche misure ma, sopratutto, dopo laboriosi incontri durati 16 mesi, ottenne dagli Stati Uniti l’aumento del canone del Canale da 430.000 pesos-oro a 1.990.000 dollari.

Nel gennaio 1955 Remon fu assassinato ma il Vice-presidente che avrebbe dovuto sostituirlo, Josè Ramon Quinzado, non potè assumere il potere perchè_ sospettato di complicità nell’omicidio. La carica provvisoria fu assegnata a Ricardo Arias Espinosa finchè nel maggio 1956 fu eletto Ernesto de la Guardia junior.

Egli dovette subito affrontare agitazioni e disordini cosicchè nel maggio del 1958 fu costretto a sospendere i diritti costituzionali.
Le elezioni del 21 maggio 1960 decretarono la sconfitta del candidato del partito di governo ed infatti fu eletto il candidato liberale Roberto F. Chiari.

Le ricorrenti crisi socio-economiche del Panama, tutte derivanti dalla Zona del Canale, portarono forti attriti con gli Stati Uniti perchè la loro permanenza sul territorio impediva da parte del governo panamense lo sfruttamento del sottosuolo e l’allargamento delle acque territoriali.

Nel 1962 furono raggiunti accordi con gli aumenti salariali agli addetti al Canale ma nel 1964, a seguito dei fatti accaduti in Egitto con Nasser e a Cuba con Castro, anche nella Zona del Canale si verificarono manifestazioni ed incidenti.

I soldati nordamenicani spararono sui dimostranti provocando decine di morti. Furono rotte le relazioni diplomatiche fra
i due paesi ed inutili furono tutte le richieste di intervento alle Nazioni Unite, all’OSA ed alla Corte Internazionale di Giustizia per ottenere la revisione del trattato in piedi già dal 1903.

Per il riconoscimento di questi diritti si battè con molta energia il neo presidente M.A. Robles, designato dalle elezioni del 1964.
Gli Stati Uniti a loro volta minacciarono di aprire un altro canale in Colombia, oppure uno fra il Nicaragua ed il Costarica. Ciò avrebbe decretato la definitiva rovina del Panama che, così, dovette congelare la questione, in attesa di tempi migliori.

Il compito più gravoso per Robles fu quello di calmare l'opposizione, sempre istigata da A. Arias. Intanto i negoziati fra i due paesi continuarono e nel 1955 portarono ad un accordo di massima, che però fu reso noto nel 1967. Con esso si annullava il precedente trattato, l’amministrazione del Canale veniva esercitata congiuntamente mentre si riconosceva indiscussa la sovranità del Panama nella Zona.

Questo patto non piacque a nessuno e non fu firmato. Le elezioni del 1968 videro eletto A. Arias, che fu deposto solo dodici giorni dopo il suo insediamento e sostituito dal generale O.Torrjios che governò con l’ausilio di una Giunta Militare.

Nel dicembre 1970 si tentò di ritornare ai sistemi costituzionali con una insurrezione di popolo che fallì ma raggiunse almeno un piccolo risultato, quello di cambiare la Giunta Militare in Giunta Mista, appunto con la partecipazione di alcuni civili. Le trattative per il Canale furono continuate senza esito; nemmeno gli sforzi personali di Kissinger, oltre agli interventi ufficiali come Segretario di Stato, portarono ad un accordo.
Torrjios moltiplicò i suoi sforzi per migliorare la situazione del paese e proclamò il 1975 ”l'anno della produttività”.

Si arrivò così al 7 settembre 1977, sotto la presidenza Carter negli Stati Uniti, con la firma di un accordo che assegnava il passaggio della “Zona del Canale” alla sovranità panamense fino al 31 dicembre 1999.

L’11 ottobre 1978 veniva eletto presidente della repubblica Aristide Royo Sanchez, mentre Torrjios manteneva il comando della Guardia Nazionale.

Nel 1980 si ebbero le prime consultazioni polipartitiche; nel 1983 si ebbe una riforma costituzionale, approvata con referendum, per cui si stabilì che l’elezione del presidente sarebbe stata diretta ed il mandato di 5 anni.
Intanto, dopo la morte di Torrjios, avvenuta nel 1981, la Guardia Nazionale, che poi si chiamò “Forza di Difesa Nazionale”, vide avvicendarsi alcuni generali ed infine si affidò il comando al generale M.A. Noriega Morena.

Anche le candidature alla presidenza furono varie ed infine, nel settembre 1985 fu eletto E.A. Delvalle.

Ad alimentare la sempre più grave crisi economica fu l’aumentare del debito estero; si proposero misure di austerità e la tensione crebbe. Poi si acuì ancora di più quando nel 1986, da più parti, si accusò il generale Noriega di essere coinvolto nell’omicidio politico dell’oppositore H. Spadafora, di essere coinvolto nel narcotraffico, nella vendita clandestina di armi all’Iran per conto degli Stati Uniti ed infine nel riciclaggio di questi fondi neri attraverso Banche Panamensi
Nel febbraio del 1988 il presidente Delvalle tentò di rimuovere Noriega dal suo incarico, invece fu lui ad essere destituito dall’Assemblea legislativa, per violazione della Costituzione.

Nel 1989 ci furono consultazioni generali con la presentazione di due candidati: il leader del PRD, C. Duque Jaen, e G. Endara Galimany, sostenuto dalla ADOC, ossia “Alianza Democratica de Oposicion Civilista”.

Caotici avvenimenti si susseguirono finchè nel dicembre 1989 il generale Noriega assunse il potere come Capo dello Stato. Pochi giorni dopo gli Stati Uniti invasero il Panama e Noriega fu costretto a nascondersi presso la Nunziatura Apostolica. Il 3 gennaio 1990 si consegnò alle truppe nordamericane, subì un processo e nel luglio 1992 fu condannato per traffico di droga a 40 anni di prigione.

L’invasione degli Stati Uniti in Panama, condannata dal l’ONU, dall’OAS e da tutti gli stati latino-americani, assegnò la presidenza a Endara che amministrò il potere con un governo di coalizione e poiché il debito estero era cresciuto, cercò di rimediare dando il via alle privatizzazioni, e a tagli sulla spesa pubblica.

Il malcontento popolare era alle stelle, alimentato pure dalla certezza che Endara fosse la facciata di chi effettivamente stava tenendo le redini del paese, cioè gli Stati Uniti.
Dall’autunno del 1990 al giugno 1992 fu un susseguirsi di scioperi ed agitazioni che impedirono a George Bush, allora presidente degli Stati Uniti, la programmata visita a Panama.

Sul piano politico Endara, sospettato pure di corruzione e coinvolgimento nel traffico di droga, non ebbe alcun consenso nelle successive elezioni che portarono alla presidenza nel 1994 il candidato del PRD, E. Perez Balladares, il quale, per riportare il Panama nella legalità e nella pace, costituì subito quello che si chiamò governo di “Riconciliazione Nazionale”.
 
Questo  governo di Riconciliazione Nazionale però non si occupò di quei problemi che erano sempre stati ritenuti di primaria importanza,e cioè combattere il narcotraffico, la disoccupazione e la aumentata povertà. Invece dette la priorità all’ammodernamento dei mezzi per l’economia ed alla incentivazione degli investimenti che richiedevano un enorme impiego di finanze, nient’affatto disponibili. Con questo programma si puntò alla riforma fiscale, alla privatizzazione di talune imprese pubbliche ed alla riduzione del costo del lavoro per rendere più appetibili le esportazioni panamensi. Ci si occupò anche della riforma pensionistica e questo provocò una gigantesca manifestazione da parte di 40.000 impiegati pubblici, nell’ottobre del 1996.

Intanto nel giugno di quello stesso anno non era stato più elaborato un disegno di legge che con una estesa amnistia avrebbe restituito la libertà ad un migliaio di generali dell’esercito di Noriega, membri del Partito Rivoluzionario Democratico. Inoltre l’esecutivo fu messo in minoranza da alcuni scandali legati al riciclaggio di denaro illegale proveniente da internazionali illeciti traffici, specialmente di droga.

Alcuni esponenti di spicco del Partito Rivoluzionario Democratico risultarono coinvolti in quei traffici ed anche il neo-presidente dovette ammettere di aver ottenuto finanziamenti provenienti dalla droga per la sua campagna elettorale.

Fra tante difficoltà di gestione, Balladares indisse un referendum popolare col quale si chiedeva di annullare una norma costituzionale che vietava al presidente in carica di riproporsi candidato per una seconda consecutiva presidenza. Il 30 agosto 1998 il popolo si  espresse contro la rimozione di quella norma.

Nel maggio 1999 le elezioni presidenziali furono vinte da M. Moscoso, vedova di Arias, candidata dell’Unione di Panama, di centro-destra.

In campo internazionale, furono rafforzati i rapporti economici col Giappone, con la Cina e con la Corea del Sud. Si deteriorarono quelli con la Colombia a causa dell’invasione del Darien da parte di migliaia di guerriglieri, sia di destra che di sinistra, provenienti da quel paese.

Con gli Stati Uniti invece si verificò una posizione di stallo soprattutto per ciò che riguardava l’occupazione della “zona del canale”. Questa era prevista fino al 31 dicembre 1999. Si studiarono vari piani per poter prolungare la presenza statunitense nella zona, in previsione delle varie difficoltà che sarebbero sorte dopo il loro ritiro. E nel dicembre 1997 si elaborò un accordo: una delle basi militari statunitensi sarebbe stata sostituita da un centro regionale antidroga, presidiato da unità panamensi e latinoamericane, ma soprattutto da 2000 soldati statunitensi.

Siccome, però, gli Stati Uniti chiedevano che le loro truppe non fossero usate solo  nel controllo del narcotraffico, ma potessero svolgere un ruolo di qualche importanza, e per un periodo superiore ai dieci anni, l’accordo non fu raggiunto ed il 31 dicembre 1999 la zona del canale tornò sotto la giurisdizione dello Stato Panamense.