NIGERIA

Storia

Il paese prende nome dal Niger, il grande fiume, terzo dell’Africa dopo il Nilo ed il Congo.

I portoghesi furono i primi a giungere nella Nigeria nel 1500 ma si fermarono lungo la costa, perchè il paese all’interno era semplicemente pauroso.

A partire dai primi anni del secolo XIX gli inglesi iniziarono la penetrazione del territorio. Anzi, nel 1805, uno dei più grandi esploratori inglesi, Mungo Park, morì annegato nel Niger.

Prima dell’arrivo degli europei, venuti dal mare, la popolazione si diffuse, in questa parte dell’Africa occidentale, per via di terra e dal nord, ma non si sa quasi nulla di come avvenne tutto ciò.

J. D. Falconer, il viaggiatore scozzese, famoso botanico, geologo e paleontologo, descrisse nella sua opera principale "Fauna Antiqua Silvanensis", come trovò qui una superficie desertica fossile e come il deserto, nelle sue avanzate e ritirate, abbia notevolmente influito sui mutamenti climatici.

Per questo non fu possibile capire i rapporti esistiti nell’Africa occidentale tra le correnti umane e i mutamenti del territorio.
Fra le varie popolazioni che la composero, in Nigeria prevalsero due razze: gli Haussa nel nord e gli Yoruba nel sud-ovest.

Le popolazioni del nord, più evolute, si organizzarono in emirati e subito costruirono i loro edifici in pietra. Ararono la terra, coltivarono il cotone, l’indaco ed i foraggi. Ed in più lasciarono memorie scritte della loro civiltà.

L’emiro ebbe una residenza in città, con una cinta di mura tutt’intorno, ed una residenza di villeggiatura, fuori della città e questa casa fu poi occupata dal presidente inglese, quale consigliere dell’emiro.
Fin quasi alla fine del secolo XIX a nessun europeo fu permesso di vivere a Kano, la città più progredita del nord, e gli emiri, allo scopo di difendere il loro redditizio commercio di schiavi, opposero una tenace resistenza finchè la città non fu occupata dagli inglesi nel 1903 e la tratta degli schiavi abolita.

L’Inghilterra consegnò poi l’emirato al fratello del sovrano sconfitto e da lui partì la nuova discendenza.

Gli inglesi che occuparono la zona trovarono i loro commerci favoriti dalla esportazione dell’olio; infatti la costa della Nigeria fu nota come la “riviera dell’olio” ed i fiumi “oil rivers”,
Nel 1861 gli inglesi occuparono l’isoletta di Lagos, tentarono di fondarvi una base per la caccia ai negrieri. Ma il perfido clima impedì loro di sviluppare la colonia.

Nel 1879 tu fondata la "United African Company" (UAC), che eliminò la concorrenza francese, comprando tutte le sue azioni, ed acquistò vasti territori sul Basso Niger. Nel 1884, dopo il Congresso di Berlino, proclamò la Nigeria “Protettorato” inglese e prese possesso nel 1885 dei famosi “fiumi dell’olio”.

Nel 1886 la regione divenne autonoma ed assunse la denominazione di “Colonia e Protettorato Inglese di Lagos”. Poi, questo Protettorato, insieme al Basso Niger ed ai Fiumi dell’Olio, costituirono la “Colonia e Protettorato della Nigeria Meridionale” che, dopo aver sottomesso gli indigeni ribelli, si annesse anche il Benin.

Nel frattempo l’Inghilterra continuò la sua penetrazione nel nord fino alla sottomissione degli emirati di Kano e di Sokoto.
Nel 1909 francesi ed inglesi si accordarono definitivamente e nel 1912 le due Nigerie, nord e sud, ebbero un unico governatore inglese e questo fu il primo passo verso l’unificazione, che avvenne nel 1914.

Durante la I^ Guerra Mondiale la Nigeria collaborò coi francesi contro i tedeschi nella lotta coloniale per la conquista del Camerun. Guerra che durò fino al 1916, anno in cui fu firmata la pace e quindi anche la parte più settentrionale del Camerun entrò a far parte del Protettorato inglese.

Tutta la Nigeria fu costituita da tre territori: il Settentrionale con gli abitanti Hausa e Fulani, l’occidentale con gli Yoruba e l’Orientale con gli Ibo, più un Territorio Federale, Lagos.

Sebbene questa Federazione contenesse una grande varietà di razze, lingue, religioni e ordinamenti, ben presto dimostrò un alto grado di maturità e buona volontà, specialmente nel saper contenere i contrasti sorti inevitabilmente fra le varie regioni. Cosicche' fra il 1957 ed il 1959 fu raggiunto il pieno autogoverno negli affari interni. Ed attraverso le successive tappe costituzionali, via via concordate con la G.B., il 1° ottobre 1960 si giunse alla proclamazione dell’indipendenza. Sei giorni dopo la Nigeria fu ammessa alle N.U..

Nel febbraio 1961 fu risolta anche la questione del Camerun settentrionale, ex britannico, che optò per l’unione con la Nigeria, mentre la parte meridionale si unì alla repubblica del Camerun,ex francese.

Costituzionalmente la Nigeria fu una monarchia, a capo della quale ci fu la regina d’Inghilterra, che fu rappresentata nel paese da un governatore generale nigeriano e da altri governatori, uno per ogni regione. Con il governatore generale lavorò un Parlamento bicamerale, formato dalla Assemblea dei Rappresentanti e dal Senato, ed un Consiglio esecutivo, presieduto da un Premier.

In ognuna delle tre regioni, a coadiuvare il governo ci fu un Parlamento bicamerale ed un Consiglio esecutivo. Il Parlamento Generale ebbe il compito di occuparsi di materie relative agli interessi generali del paese ed i tre Parlamenti regionali si occuparono di questioni locali.

Già nel 1959 si tennero elezioni per costituire l’Assemblea Federale, e poi il giorno della proclamazione dell’indipendenza  si
trasformò in prima legislatura del nuovo Regno di Nigeria.
 Per valorizzare il paese furono avviati ampi progetti di sviluppo che prevedevano una spesa di ben 339 milioni di sterline, che, tolti più o meno 33 milioni quale concorso spese da parte della Banca Internazionale e del “Colonial Development and Welfare Fund”, rappresentarono il ricavato dalla vendita di: cacao, cotone, arachidi e prodotti della palma da olio.

Tre furono i grandi partiti dominanti: il NPC, Northern People Congress, al nord, musulmano e tradizionalista; la NCNC, “National Convention of Nigerian Citizens”, ad est, con forti tendenze democratiche; l‘AG, “Action Group”, ad ovest.

Il governo federale fu composto dalla coalizione del NPC, cui apparteneva il premier Abubakar Tafawa Balewa, con il NCNC, il cui leader, l’intellettuale N. Azikiwe era divenuto governatore generale in rappresentanza della Corona.

Nel 1962 l’AG si divise in due guuppi: uno guidato da O. Awololo, di tendenza socialista panafricanista, e non incline a partecipare al governo federale, come era stato offerto, ed uno guidato da S.L. Akintola, favorevole alla cooperazione governativa. Più tardi Akintola formò l’UPP, “United People Party” e divenne premier nella regione occidentale.

Nel luglio 1963 fu creata una nuova regione, il “Mid West”, distaccatasi dalla regione occidentale, ed il 1° ottobre 1963 la Nigeria assumeva una Costituzione repubblicana con presidente Azikiwe.

Nel dicembre 1964 le elezioni diedero vita ad un governo di coalizione £ra i vari partiti ma diede l’avvìo anche a tensioni ed ostilità fra l’elite della regione orientale e la prevalenza politica del nord.

Nel gennaio 1966 alcuni ufficiali Ibo uccisero tutti i governanti generali e quelli delle altre regioni, ed assunse il potere il generale J. Aguiyi Ironsi che nel luglio fu ucciso a sua volta da militari del nord. Il potere passò nelle mani del colonnello Yabubu Gowon, un cristiano del nord, che tentò di sanare tutti i dissidi con il ripristino del governo generale.

Ciò non fu possibile per il diniego del colonnello O. Ojukwu, comandante della regione orientale, che prima chiese una piena autonomia politica ed economica della regione, e poi, il 30 maggio 1967, proclamò la secessione quale Repubblica del Biafra. Il governo di Lagos condannò la ribellione, ne conseguì una sanguinosa guerra civile che durò fino al gernnaio 1970. Di seguito fu portata avanti dal governo una politica di riconciliazione, fu concessa una amnistia e la maggior parte dei militari e burocrati del Biafra furono reintegrati.

Nel 1970 si iniziò un vasto piano di sviluppo e di modernizzazione dello stato; piano che sarebbe stato poi realizzato in vari anni, con il compito di potenziare i trasporti, l’istruzione, le comunicazioni; che avrebbe dovuto annullare l’inflazione, riformare la burocrazia , livellare i prezzi ed effettuare un censimento.

Su quest’ultima voce, a livello regionale sorsero accese polemiche che a luglio 1975 sfociarono in un colpo di stato che depose Gowon, il quale non aveva mantenuto la promessa di restaurare il governo civile, e consegnò il potere al SMC "National Youth Service Corps", presieduto da Murtala Mohammed che, dopo aver ricostituito un governo con supporti militari, annunciò, nel mese di ottobre, il ritorno al governo civile per il 1979.

Mentre il nuovo governo era tutto impegnato ad un’opera di modernizzazione e moralizzazione del paese ed anche alla elaborazione di una nuova Costituzione, si verificò un tentativo eversivo nel febbraio 1976, nel quale perse la vita Murtala, rimpianto dalla quasi totalità dei nigeriani.

Il generale Bisalla, capo del golpe, fu giustiziato insieme ad un gruppo di cospiratori, mentre capo di stato diventò il quarantenne generale Olusegun Obasanjo. Nello svolgersi di tutti questi avvenimenti interni, la Nigeria si dimostrò, invece, coerente nelle relazioni internazionali.

Nel frattempo la Nigeria aveva conquistato il 7° posto nella produzione mondiale del petrolio, ed aveva promosso la nascita dell’Ecowas, cioè: “Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale”. Nel 1977 furono consolidati i rapporti con gli Stati Uniti, dove andò in visita nel mese di ottobre il presidente Obasanjo.

E, come annunciato, il 1° ottobre 1979 in Nigeria fu ristabilito il governo civile, con una nuova Costituzione, presieduto da
Alhaji Shehu Shagari.

Ciò era stato possibile attraverso un accordo raggiunto da tutti gli organismi regionali. Ma questo accordo durò fino al 1981, quando iniziarono manifestazioni di protesta e lo sviluppo economico fu messo in pericolo non solo dal calo del prezzo mondiale del petrolio ma anche da un emergente movimento islamico.

Con le elezioni del 1° ottobre 1983 Shagari fu confermato alla carica di presidente, ma storie di corruzione e di mezzi illeciti lo destituirono subito dopo aver pronunciato il giuramento. Il potere tornò in mano ai militari nel dicembre dello stesso anno, il generale M. Buhari fu a capo del Consiglio Militare Supremo. Nel 1985 un altro colpo di stato portò al potere il generale I. Babangida.

Per evitare di ricadere nel regionalismo si crearono due partiti: uno di centro-destra ed uno di centro-sinistra. Si spostò la capitale da Lagos ad Abuja.

Nel giugno 1988 fu insediata la nuova Assemblea Costituente che nel 1989 approvò la nuova Costituzione.

Nel 1992 furono eseguite nuove elezioni; vinse il partito di centro-sinistra con il suo candidato M. Abiola, un musulmano dell’ovest.

Ma le elezioni furono annullate; i motivi non furono mai precisati. Il generale Babangida ribadì la ferma intenzione di ripristinare il governo civile per la successiva Quarta Repubblica.

Nel luglio 1993 ci furono disordini, con un centinaio di morti, ad opera dei sostenitori di Abiola, raccolti nel movimento
“Campaign for Democracy”.

In agosto Babangida si ritirò e fu sostituito da E.Shonekan, ex presidente della più importante industria nigeriana, che assunse
il potere “ad interim’ col preciso scopo di riunificare tutto il paese e portarlo in pace alle future elezioni presidenziali.
 
E questo interinato ebbe vita brevissima e difficoltosa. Infatti, nel novembre del 1993, di seguito al taglio dei sussidi di stato ai prodotti petroliferi che, di conseguenza, causò  l’aumento del prezzo degli stessi, si verificarono ulteriori scioperi e disordini e  Shonekan si dimise.

Il generale A. Abacha, capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, assunse i pieni poteri e subito proibì che si svolgesse qualsiasi attività politica nel paese. Poi istituì speciali organi provvisori ed infine promise di convocare una speciale Conferenza con lo scopo di formulare il futuro assetto costituzionale della nazione. Inoltre dichiarò che avrebbe interrotto tutte le riforme economiche decretate in precedenza.

E mentre operava  concessioni sul piano economico, in quello politico applicava misure sempre più restrittive e repressive. Così operò arresti del tutto ingiusti, fra i quali quello di Abiola, che nel giugno 1994 fu imprigionato con l’accusa di tradimento. Fece eseguire sentenze capitali verso gli oppositori, abolì i giornali ed ignorò completamente i diritti umani. Per questo fu segnalato ad Amnesty International.

Intanto nei primi mesi del 1994 si scatenarono pure scontri religiosi ed etnici, fra cristiani e musulmani del centro ed alcuni gruppi degli Stati sud-orientali.

Nel giugno 1995 sembrò che il generale Abacha raccogliesse gli appelli provenienti da vari stati occidentali ed, infatti, tolse in parte il divieto di svolgere attività politica. Ma fu solo una passeggera apparenza poiché nel novembre dello stesso anno fece giustiziare lo scrittore K. Saro Wiwa, ed altri 8 appartenenti alla etnia degli Ogoni. Per questo la Nigeria fu espulsa dal Commonwealth, subì l’inasprimento delle sanzioni già da qualche tempo imposte dall’Unione Europea ed una crisi diplomatica con gli Stati Uniti ed il Sudafrica.

Saro Wiwa aveva tentato di portare all’attenzione del mondo lo stato di miseria e di sottociviltà in cui erano costretti gli Ogoni, una popolazione del sud da anni sottoposta allo sfruttamento selvaggio di alcune compagnie petrolifere straniere, operanti nella zona.

Abacha dichiarò che nel 1998 avrebbe ripristinato il governo civile ma, nel frattempo, all’interno del governo si era andata via via attestando sempre di più la corruzione. Il clima politico si deteriorò ed i primi risultati di questa disgregazione si ebbero tra il dicembre 1996 ed il maggio 1997 a Lagos, che divenne teatro di sommosse ed attentati proprio contro gli obiettivi militari. Nel giugno 1998 Abacha improvvisamente morì; nel luglio successivo anche Abiola morì in prigione.

E finalmente sembrarono arrivare i tempi per restituire al paese un governo civile e democratico.

A questo compito fu chiamato il generale A. Abubakar, che volle accelerare questo processo. Egli, con l’appoggio degli Stati Uniti e dell’Unione Europea restituì la libertà ai prigionieri politici ed  elaborò un piano per fare in breve tempo le elezioni sia legislative che presidenziali.

Le prime si ebbero nel febbraio del 1999 ed assegnarono la vittoria al Partito Democratico del Popolo, il cui leader, O. Obasanjo, ex presidente, tornò ad essere presidente in quello stesso febbraio, ma entrò ufficialmente in carica il 29 maggio del 1999.