MAURIZIO

Storia

L’isola di Maurizio, posta nell’Oceano Indiano, era già nota ai naviganti arabi nel  X secolo, e forse fu visitata anche dai Malesi. Ma quando il navigatore portoghese Mascarenhas la scoprì nel 1505, la trovò disabitata e così la lasciò, sia lui che altri esploratori   portoghesi.

Invece, nel 1598,  l’ammiraglio olandese van der Neck approdò sull’isola, se ne appropriò piantandovi la  bandiera delle Sette Provincie  Unite (che erano Olanda, Zelanda, Utrecht, Gheldria, Groninga, Frisia, Overijssel, insorte nel 1579 contro Filippo II di Soagna) e le diede il nome di Mauritius, in onore del principe d’Orange, che a quell’epoca aveva l’incarico di “statolder”.

Per alcuni anni l’occupazione dell’isola fu più che altro nominale ma nel 1638, quando il generale Goyer vi costruì un forte sulla costa sud-est, press’a poco nella zona dove attualmente c’è Mahè, iniziò la vera colonizzazione, perché dall’Olanda cominciarono ad affluire i primi coltivatori. Questi, però, o per incapacità o per sfortuna, non ottennero i risultati sperati e nel 1710 abbandonarono l’isola, distruggendo tutte le opere già realizzate e liberando tutti gli schiavi negri portati dall’Africa.

Due anni dopo, nel 1712, giunsero i francesi della Compagnia delle Indie  Orientali, che ricominciarono la colonizzazione e la ribattezzarono chiamandola “Ile de France”.

Fra i vari governatori che l’isola ebbe, uno dei più importanti fu Mahè de la Bourdonnaise, in carica dal 1735 al 1746, che impostò i lavori secondo le vere necessità del territorio. Sorti dei contrasti con il Governatore Generale della Compagnia  Dupleix, egli fu poi imprigionato. Nel 1767 il ministro francese, conte di Choiseul  abolì la Compagnia e pose l’Ile de France  sotto il diretto governo del re di Francia.

Quando fu governatore Poivre l’isola conobbe un periodo di vera prosperità, divenne un centro agricolo importante; vi si coltivavano più ampiamente i prodotti coloniali come la cannella, la noce moscata e la vaniglia.

Quando la schiavitù fu abolita, i coloni si   ribellarono scacciando  i vari commissari inviati dal governo per sorvegliare che gli ordini venissero rispettati; quindi continuarono imperterriti a lavorare secondo i  loro sistemi.

Poi arrivò il periodo napoleonico e sull’isola arrivò come governatore il generale Decaen, che governò saggiamente. L’isola intanto era stata di nuovo ribattezzata e fu chiamata Bonaparte.

Arrivarono poi gli inglesi che, dopo aver occupato Bourbon chiamandola Reunion, ingaggiarono una dura battaglia presso Mahè nel 1810 e costrinsero i francesi ad andarsene; essi furono i nuovi padroni del territorio. Al momento di firmare la pace la Francia riebbe Reunion ma fu obbligata a cedere l’isola agli inglesi i quali la richiamarono Mauritius che così divenne una colonia della Corona Inglese. Nel 1845 si completò definitivamente l’abolizione della schiavitù.

Iniziò così un lungo periodo di evoluzione costituzionale finchè nel 1961 l’isola raggiunse l’autonomia interna. Si formarono due partiti: il “Labour Party”, della popolazione indù,  capeggiato dal medico di origine indiana S. Ramgoolam; ed il  “Parti Mauricien”, guidato dall’avvocato  G. Duval, non favorevole alla indipendenza  ma ad una forma di associazione con l’Inghilterra; egli paventava, infatti, una prevalenza indù e dello stesso avviso era tutta la popolazione creola ed europea.
Nel 1963 si ebbero le elezioni per l’Assemblea legislativa e la maggioranza fu appannaggio del Labour Party, anche se si dovette registrare la crescita dell’altro  partito.

Nel settembre 1965 si riunì a Londra una Conferenza  Costituzionale che rimandò al popolo dell’isola il compito di decidere del proprio futuro. Nell’agosto del 1967 si costituì una coalizione fra il Labour Party, un Comitato di azione musulmana ed altri; e questa coalizione ebbe la maggioranza che, dopo aver superato un certo periodo di disordini, giunse alla proclamazione dell’indipendenza il 12 marzo 1968. Con la Costituzione del 1969 si confermò il governo monarchico parlamentare.

Ramgoolam fu alla guida del governo già dal 1970. Per tre anni amministrò con l’ausilio del Parti Mauricien, e dovette fronteggiare l’opposizione del  “Movimento Militante Mauriziano”, che nel 1971 indisse uno sciopero dei portuali, ma ne perse poi il controllo.

Lo sviluppo economico fu continuo anche se si dovette superare la difficoltà dell’aumento del prezzo dello zucchero e nel 1975 di un ciclone tremendo che distrusse grandissima parte delle produzioni agricole e degli impianti turistici.

Ramgoolam aumentò costantemente il suo prestigio per la linearità del suo governo e per la sagacia con cui mantenne relazioni di amicizia con i paesi sia occidentali che arabi dai quali ebbe, in talune circostanze, degli aiuti, ed anche con i  paesi africani, in particolare con Madagascar, mentre le relazioni con l’Inghilterra si irrigidirono per la questione  dell’arcipelago Chacos, ceduto nel 1965, ma rivendicato dopo, senza risultato.

Nelle elezioni del dicembre 1976  la maggioranza andò al Movimento Militante Mauriziano ma fu sempre Ramgoolam a costituire il governo di coalizione col Partito Mauriziano e nello stesso anno sempre Ramgoolam presiedette, in qualità di presidente, la sessione della Organizzazione Unità Africana, tenutasi a Maurizio.

Le elezioni del giugno 1982 videro prevalere il blocco dei partiti di sinistra ed il presidente del Movimento Militante Mauriziano, A. Jugnauth ebbe l’incarico di formare il governo.

Egli varò subito un vasto programma di riforme tendenti a diminuire la dipendenza del paese dalla sola produzione dello zucchero, e per questo operò alcune  nazionalizzazioni.

In politica estera  rivendicò la sovranità  sull’arcipelago Chacos, in particolare  su una piccola isola, la Diego Garcia, che l’Inghilterra aveva addirittura affittato agli Stati Uniti che ne avevano  fatto delle basi militari.

Ma la coalizione di governo, col sopraggiungere del calo del costo dello zucchero sui mercati mondiali, si trovò ad arginare una grave crisi economica oltre che a dirimere lotte intestine fra i vari partiti.  Non resse per molto tempo e nel marzo 1983 il segretario del Movimento Militante Mauriziano, P. Berenger, ministro delle finanze, abbandonò la carica ed allora Jugnauth, dopo aver fondato per conto proprio il Movimento Socialista Mauriziano, si unì ai laburisti moderati e con questo assetto si presentò alle elezioni del 1987 , anche se il governo era stato accusato di alcuni episodi di corruzione. E quando Jugnauth decise di proclamare la Repubblica, disconoscendo la norma della Costituzione che stabiliva il potere della regina, esercitato in loco da un governatore generale, si arrivò ad un improvviso cambio di alleanze. I due Movimenti, fino ad allora rivali, fecero un fronte elettorale unico e stravinsero le elezioni del 1991.

Il nuovo Parlamento emanò subito un emendamento alla Costituzione, per cui Mauritius, nel marzo 1992,  divenne Repubblica nell’ambito del Commonwealth. Come Presidente, il 30 giugno 1992, fu eletto C. Uteem, esponente del Movimento Militante Mauriziano.
 
Ma quell’alleanza, che aveva portato all’Unione Nazionale, vittoriosa nel 1991, l’anno successivo cominciò a dare segni di disgregazioni. Diatribe interne, sostenute da gravi episodi di corruzione, nei quali risultò coinvolto anche il premier, portarono alla scissione ed al governo rimase  solo il Gruppo del Rinnovamento Militante Mauriziano, il più giovane fra i partiti.

Il gabinetto Jugnauth ne risultò indebolito al punto tale che solo una apertura del governo ad altri partiti, come il Partito Mauriziano Sociale e Democratico, ne bloccò la caduta.

Intanto nel novembre 1995 in Parlamento era stato proposto  di introdurre nelle scuole primarie lo studio delle lingue orientali. La bocciatura di questa proposta fece cadere il governo, rendendo quindi necessario indire elezioni anticipate. Queste si svolsero nel dicembre successivo e videro la vittoria dell’alleanza costituita dal Mauritius Labour Party col Mouvement Militant Mauricien e Rangoolam  fu di nuovo al governo.

Egli volle applicare misure restrittive per il risanamento della situazione economica, peggiorata per l’aumento dell’inflazione, ma il Movimento Militante Mauriziano non si trovò d’accordo ed uscì dalla coalizione, mettendo in crisi il gabinetto.

Rangoolam fu costretto, nel giugno 1997, a formare un esecutivo monocolore che andò avanti, più o meno senza scossoni, fino al febbraio del 1999, quando invece fu violentemente investito dalle forti tensioni sorte fra hindu e creoli.