MALAWI

Storia

E’ il territorio compreso fra il Mozambico ed il lago Niassa dal quale prese il nome. I primi a giungere sulle rive del lago furono i portoghesi nel XVI secolo. Gaspar Bocarro ne toccò l’estremità meridionale  nel 1616 ma nessuna notizia ci giunse di questa impresa e quindi il 16 settembre 1859 lo riscoprì l’esploratore inglese David Livingstone, che poi percorse tutto il territorio della costa occidentale del lago, fondando numerose colonie missionarie.

Le acque del Niassa furono per la prima volta solcate da un battello a vapore nel 1875. Nel 1878 gli inglesi iniziarono una vera esplorazione nell’interno del paese con la “African Lakes Company”, che oltre ad estendere la sovranità politico-economica sulla regione, adoperò tutti i suoi mezzi per combattere lo schiavismo.

Ciò non fu di gradimento del Portogallo che avocava a sé la sovranità sulla regione, dichiarando che la stessa era compresa nei confini del Mozambico. Il 20 agosto del 1890 si propose un accordo per definire i confini delle proprie aree  ma poiché le Cortes non accettarono la stesura del progetto, ne nacquero vive rimostranze nel paese.

L’Inghilterra, non solo non prese in considerazione le proteste, ma nel 1891 estese  pure la sua zona di influenza. Così nel 1893 organizzò tutte le terre della valle dello Scirè e della costa occidentale del lago Niassa e le unì tutte in un unico Protettorato dell’Africa Centrale, il “Central Africa Protectorate”, con capoluogo Zomba.

L’amministrazione fu affidata ad un governatore, nominato dalla Corona inglese, coadiuvato da un Consiglio legislativo e da un Consiglio esecutivo, ambedue nominati dallo stesso governatore.  I capi delle tribù indigene mantennero i loro poteri, ma sempre sotto il controllo degli inglesi.

Nel 1907 il paese si chiamò Nyasaland e nell’agosto del 1953 costitì, insieme alle due Rhodesie, la “Federazione Rhodesia-Nyasaland”.

Intanto la colonizzazione aveva dato i suoi frutti ed erano anche state fatte molte opere pubbliche, quali la ferrovia che già nel 1955 poteva contare su un percorso di 510 km. e strade rotabili per complessivi 9300 km. Altra via di comunicazione molto importante fu l’aeroporto principale di Blantyre.

Nel corso degli anni 1949, 1953 e 1955 erano state apportate già molte modifiche alla Costituzione poiché l’Inghilterra volle sviluppare una politica preparatoria all’autonomia del Nyasaland, come del resto fece per tutte le sue colonie africane. Previde anche che il Nyasaland sarebbe stato in grado di raggiungere l’autogoverno per il 1959.

Sorse allora il “Nyasaland African Congress” ad opera dei nazionalisti che intendevano staccare il paese dalla Federazione e costituire un paese africano come, ad esempio, il  Ghana.

Ed i nazionalisti si animarono alquanto quando nel 1958 rientrò in patria il dott. Hastings Banda, che aveva vissuto prima in Inghilterra e poi nel Ghana.

Furono compiuti atti di ribellione contro il governatore e questi, il 1° marzo 1959, proclamò lo stato d’emergenza e fece arrestare i capi nazionalisti.

Nel luglio-agosto 1960 a Londra si tenne una conferenza per la preparazione di una nuova Costituzione per il Nyasaland e si stabilì che le elezioni generali si sarebbero tenute nel 1961. Ed in queste il “Malawi Congress Party” ebbe la maggioranza ed operò subito il distacco dalla Federazione con le due Rhodesie.

Nel 1962 fu promulgata la nuova Costituzione; nel 1963 iniziò l’autogoverno e nel 1964 si ebbe l’indipendenza  e si assunse ufficialmente il nome di Malawi.

Banda rimase primo ministro e depose parecchi membri del governo accusati di un complotto filo-cinese. Fra gli esautorati ci fu H. Chipembere, uno dei più autorevoli cittadini, che lasciò il Malawi dopo aver tentato, con poca fortuna, un’azione armata nel 1965.

Nel luglio del 1966 il Malawi divenne Repubblica ed il presidente a vita fu Banda.  La sua politica piuttosto drastica nel 1971 fece sciogliere i partiti oppositori, ridimensionò le funzioni del Parlamento, ebbe il controllo stretto su tutti i settori, compresa l’istruzione, anche dentro l’università di Zomba e diede notevole impulso allo sviluppo agricolo.

Dal 1972 ebbe l’avvìo un piano di africanizzazione di tutti i posti di pubblico impiego;  si tese ad eliminare tutto ciò che formava elemento estraneo alla comunità, primi fra tutti i testimoni di Geova che furono costretti a lasciare il paese.

Per quanto riguarda la politica estera, il Malawi continuò a mantenere ottimi rapporti con il Sudafrica, che assorbiva migliaia e migliaia di lavoratori malawiani e che era uno dei partner  economici principali. Ebbe anche buone relazioni col Portogallo anche se rimase vicino ideologicamente al Fronte di Liberazione del Mozambico. Poi migliorò i rapporti con tutti i paesi africani limitrofi.

Dal 1975 al 1977 furono applicate sanzioni repressive verso tutti gli oppositori, le minoranze etniche e religiose. Nel 1980 il Malawi aderì alla “Southern African Development Coordination Conference” ma si dissociò allorchè furono programmati sanzioni e boicottaggio verso il Sudafrica, con il quale era l’unico stato africano a mantenere i rapporti, pur dissentendo dall’apartheid.

Banda continuò col suo regime dittatoriale impiegando spesso repressioni, per cui tutte le opposizioni al suo sistema furono portate avanti nella clandestinità o dai paesi esteri.

Le elezioni legislative si svolsero nel 1992, ma nessuna variazione fu apportata al governo del paese. La situazione economica si mantenne sempre su basi di tranquillità anche perché il paese non  conobbe, per sua fortuna, i gravi problemi derivanti dalla siccità. Unica preoccupazione per la stabilità interna fu sempre la massiccia immigrazione dal vicino Mozambico.
 
Ma in quello stesso anno cominciò a  prendere consistenza l’opposizione ai metodi repressivi e disumani di Banda, anche da parte di molti paesi stranieri. Si inserì in questa situazione pure la Chiesa cattolica  che, con una lettera aperta a tutti i vescovi del mondo, fece sapere che nel Malawi era proibita ogni forma di dissenso. Chi si rendeva colpevole di questo, poteva essere sottoposto a prigione senza processo,a tortura ed anche ad eliminazione fisica. Nessun diritto umano era rispettato, così la brutalità di questo regime provocò forti ribellioni e a maggio del 1992 iniziarono delle vere e proprie sommosse popolari. Ancora una volta si ebbero durissime repressioni.

Questi avvenimenti però sortirono un effetto positivo poiché le opposizioni in esilio decisero di muoversi più concretamente e fondarono all’interno del paese due gruppi politici: l’Alleanza per la Democrazia ed il Fronte Unito Democratico. Le forze di sicurezza dello stato cominciarono a subire queste pressioni e si indebolirono. Banda fu costretto a concedere un referendum al fine di introdurre un sistema politico multipartitico.

Ciò avvenne nel giugno del 1993 con l’approvazione della proposta. In base a questo si applicarono anche vari emendamenti alla Costituzione: si abolì allora la elezione a vita del Presidente, si permise la formazione dei partiti e si promulgò una amnistia per tutte le migliaia di cittadini che vivevano in esilio. Fu adottata subito una Costituzione provvisoria, indi nel maggio del 1994 furono eseguite le elezioni sia per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale che per la nomina del Presidente. Banda risultò sonoramente sconfitto, così come il suo partito che ebbe solo 55 seggi su 170.

Chi ottenne la maggioranza fu B. Muluzi, leader del Fronte, anche questo vincitore con 84 seggi. I rimanenti 36 seggi andarono all’Alleanza per la Democrazia. Il primo partito si estese al sud ed il secondo al nord ma in realtà nessuna vera differenza ideologica esisteva fra loro. E nonostante ciò non trovarono un accordo per la coalizione del governo che, allora, fu monocolore e legiferò subito per la liberazione di tutti i prigionieri politici e per una pacificazione nazionale.

Politicamente poco stabile per la mancata maggioranza assoluta, questo governo venne spesso a compromessi con l’Alleanza, per cercare di sanare la profonda corruzione esistente proprio fra i governativi e per democratizzare al massimo la vita del paese.

Le cose andarono meglio in campo economico, specialmente nel 1995/96, in cui si ebbe un copioso raccolto del tabacco.
Vennero seguiti i dettami del Fondo Monetario Internazionale, si promossero gli investimenti stranieri, si limitò la spesa pubblica, si liberalizzò il mercato. Qualche miglioramento fu raggiunto ma in linea generale l’economia non si potè dire proprio in ottima salute, anche perché molto soggetta alle variazioni climatiche, piuttosto frequenti, come l’agricoltura.

Ma i danni maggiori, non solo all’economia, bensì soprattutto alla socialità, arrivarono dalla diffusione dell’AIDS che contagiò pesantemente quei settori che avrebbero dovuto essere i più produttivi.

Ambedue le consultazioni del giugno 1999, presidenziale e legislativa, convalidarono l’assetto vigente e quindi Muluzi rimase Presidente ed il Fronte, con la conquista di 93 seggi, si confermò primo partito.