LIECHTENSTEIN

Storia

Principato compreso fra Austria e Svizzera, fu sempre governato da una antichissima e nobile famiglia, proveniente dalla Stiria, che si diffuse principalmente in Austria, in Moravia ed in Boemia. Tutta la popolazione del principato fu di origine germanica e di religione cattolica.

Attraverso numerosissimi principi dei vari rami della famiglia si arrivò all’inizio del XVIII secolo, quando regnava il ramo giovane del principe Gundacaro, dal quale derivarono quelli attuali.

Fra gli innumerevoli personaggi della famiglia, due si distinsero in particolar modo e furono: Karl e Joseph Wenzel. Il primo, Karl von Liechtenstein, nato in Moravia nel 1569, a 21 anni ebbe l’amministrazione dei beni di Moravia e d’Austria e partecipò attivamente alla vita pubblica.

Nel maggio del 1600 fu chiamato alla Corte di Praga dove gli fu affidato il più alto compito di quei tempi, cioè il Supremo Maggiordomato. Poco prima era divenuto cattolico.

Rimase al servizio dell’imperatore fino al 1603, dopo aver dato ordine all’amministrazione, poi tornò in Moravia. Tornò alla Corte per un altro periodo ma poi lasciò definitivamente l’incarico nel 1607.

Regnante a Praga l’inetto Rodolfo II, egli prese parte alla rivolta contro di lui organizzata dall’arciduca Mattìa. In ricompensa del suo aiuto ebbe la nomina di Principe dell’Impero e nel 1614 ebbe in feudo il Ducato di Opava.

Allo scoppio di una rivolta in Moravia nel 1618 combattè per l’imperatore ed ebbe una parte importante nella battaglia detta  della Montagna Bianca.

Nel 1620 fu nominato da Ferdinando II amministratore plenipotenziario del Regno di Boemia. Nel 1622, avendo ormai acquisito un potere quasi dittatoriale nel Regno, cercò con tutti i mezzi di smorzare la politica vendicativa degli Asburgo verso i Boemi. Il 12 febbraio 1627 morì.

Il secondo, Joseph Wenzel, nato a Praga nel 1696 e morto a Vienna nel 1772 iniziò giovanissimo, a 18 anni, la sua carriera militare combattendo contro i turchi; fu ambasciatore presso la Corte francese; fu nominato Maresciallo di campo durante la guerra di successione austriaca e riportò una importante vittoria a Piacenza nel 1746; gli furono affidate varie missioni diplomatiche e divenne direttore generale dell’artiglieria imperiale, nella cui organizzazione apportò notevoli migliorìe.

Ma fu anche uomo di vasta cultura e con notevole senso artistico. A testimonianza di ciò esiste una ricchissima galleria di quadri d’autore da lui lasciata alla sua morte.

Dal 1921 l’unità monetaria è quella svizzera. Dall’ottobre 1936, quindi, il governo del paese ha adottato tutte le regole sancite  dalla Confederazione Elvetica.

Il governo fu retto dal Principe Francesco di Paola fino alla sua morte, avvenuta il 25 luglio 1938. Gli succedette il principe Francesco Giuseppe che, come tutti coloro che lo avevano preceduto, continuò a vivere in forma privata a Vienna.
Dopo il famoso “Anschluss”, cioè l’unione dell’Austria alla Germania, anche il principato, pur sembrando formalmente indipendente, subì invece il nazionalsocialismo. Per questo, alla fine della seconda guerra mondiale, con la vittoria degli Alleati furono processate alcune personalità, ree di alto tradimento e collaborazione con i nazisti.

A Vienna, la Galleria d’Arte del Liechtenstein nel 1945 fu evacuata e trasferita nel principato. Invece i beni più importanti che la famiglia principesca aveva in Cecoslovacchia furono confiscati, né fu trattata la restituzione con l’accordo ceco-svizzero.
Nel dicembre 1955 si potè rilevare da un censimento che la popolazione in dieci anni era aumentata di 2664 unità, specialmente concentrate a Vaduz, capitale. Si potè registrare anche un notevole incremento turistico.

Il 1° settembre 1957 ci furono le elezioni che però vennero annullate per brogli elettorali, sospettati da 7 deputati del Partito dell’Unione Patriottica. Esse furono ripetute il 22/23 marzo del 1958 ed il Partito Progressivo ottenne il 54,5% dei voti e quindi il governo.

Il 23/24 ottobre 1959 a Vaduz si ebbe l’incontro al vertice dei cosidetti “4 Piccoli”, ossia S. Marino, Monaco, Liechtenstein e Andorra. In quella circostanza si deliberò, per tutti e quattro, l’impegno alla pace mondiale onde beneficiare anche loro del turismo. Poi si invitarono il Lussemburgo e l’isola di Sark a partecipare al futuro incontro, da tenersi in Andorra nel 1960. Ma questa proposta, partita da Monaco, non fu approvata né dal Liechtenstein né da S.Marino, anzi fu addirittura avversata, mentre Andorra si mantenne indifferente. E questo perché nel principato si riteneva che il Lussemburgo  fosse da considerare uno stato gigante rispetto ai quattro, anche per la sua appartenenza sia alla NATO che al Mercato Comune Europeo. E per ciò che riguardava l’isola di Sark, furono avanzati seri dubbi che fosse indipendente dalla Gran Bretagna. Nonostante ciò l’invito a partecipare alla Conferenza fu confermato, dopo di che i “piccoli” da 4 divennero 6.

Con lo sviluppo delle attività industriali, nel principato si rese necessario ricorrere alla forza-lavoro straniera. Così negli anni 60 si elaborò la regolamentazione per l’immigrazione al 33%, sancita con una legge del 1962.

L’anno dopo fu demandato alla Svizzera di rappresentare il principato all’estero, pur mantenendo il medesimo il pieno diritto alla sovranità internazionale.

La vita politica del paese, amministrata da 5000 elettori, escluse le donne. E ciò perché la maggioranza di esse era rappresentata da straniere sposate con i nativi quindi potenziali elementi di interventi da parte di altri stati.

I partiti principali, quello Progressista Conservatore, detto dei “neri”, e quello dell’Unione Patriottica, detto dei “rossi”, hanno sempre vigorosamente lottato per la conquista del potere. I neri furono ininterrottamente al governo dal 1930 al 1970. Poi, dopo una breve parentesi del 1974, lo riconquistarono. Ogni legislatura nel principato ha la durata di 4 anni.

Il principe Francesco Giuseppe II fu grande collezionista di opere d’arte, uomo d’affari molto esperto ma soprattutto abile diplomatico. Ebbe sempre diritto di veto su qualsiasi questione proposta dalla “Dieta” ma in pratica non lo fece che una volta sola, allorchè la Dieta chiese di approvare il divieto di caccia. La sua sovranità indiscussa servì a tranquillizzare il popolo dal pericolo di una elvetizzazione, non impossibile.

Nel 1974, alla guida del governo di coalizione fra i due soli partiti del principato, c’era W. Kieber, che però rimase solo per una legislatura.

Infatti le elezioni politiche del febbraio 1978 assegnarono la vittoria all’Unione, il cui leader H. Brunhart formò il governo di coalizione. E ciò fu anche nelle successive elezioni del 1982, del 1986 e del 1989, sempre con lo stesso leader.

L’immobilità della politica nel principato sta nel fatto che sostanzialmente non esistono differenze notevoli nei programmi governativi. Altri minuscoli gruppi di elettori, presentatisi alle votazioni, come la Lista Libera, di genere più che altro ecologista, hanno attirato sempre un numero insignificante di preferenze.

Nel decennio degli anni novanta, tuttavia, ci sono stati dei mutamenti sociali e di cultura nell’opinione pubblica. Fra questi la modifica del Codice Penale, caldeggiata dal principe ereditario Hans Adam, nel ricevere l’investitura alla morte del padre Francesco  Giuseppe II, avvenuta nel 1989. Con questa riforma si abolì la pena di morte ma si tenne in vigore il divieto di aborto.

Per la politica estera il principato, dopo l’ingresso nel Consiglio d’Europa, avvenuto nel 1978, è entrato nel 1990 a far parte delle Nazioni Unite e nel 1991 è divenuto, a pieno  diritto, membro della “European Free Trade Association” (EFTA).

 Fra  le modifiche verificatesi nel Principato, la maggiore fu senz’altro la nascita di un terzo partito, oltre quelli tradizionali, e cioè la “Lista Libera”, con scopi ecologici, che si mise in luce con le elezioni legislative del febbraio 1993.

Al capo di questo partito, M. Buchel, fu assegnato il compito di formare il nuovo esecutivo  che, però, pochi mesi dopo cadde perché gli esponenti del medesimo ritennero la politica del leader più tendente al personale che al sociale.

Furono indette per l’ottobre del 1993 nuove elezioni, vinte ancora una volta dall’Unione Patriottica, detta dei “rossi”, il cui leader, M. Frick, formò un governo di coalizione, introdusse  il paese nello “Spazio Economico Europeo” nel maggio 1995 e lo guidò fino al febbraio del 1997, quando si svolsero le elezioni politiche. Queste, pur non registrando sostanziali cambiamenti nel quadro politico, portarono però  alla conclusione della coalizione fra i due principali partiti e l’Unione Patriottica costituì un governo monocolore, guidato dallo stesso Frick, cosa che non si era più verificata dal lontano 1938.

Il leader del Partito Progressista, N. Seeger, volle proporsi all’opposizione, convincendo i suoi elettori a non esprimere parere favorevole per un’altra coalizione, al fine di collocarsi nella posizione di centro-destra, in maniera chiara ed inequivocabile, uscendo dall’anonimato in cui si trovava da sempre costretto, dietro all’altro partito.