GUINEA EQUATORIALE

Storia

Nel 1904 uno statuto speciale pose i territori compresi nella Guinea Spagnola sotto la dipendenza di un governatore che aveva la sua residenza a Santa Isabel, sull’isola Fernando Poo. Questo governatore fu assistito da un Consiglio Coloniale e da un Consiglio di Funzionari. Poi ci furono altri due vice-governatori, residenti nelle altre isole. Questo assetto rimase in vigore fino al 1935 quando la zona fu divisa in due distretti: il primo, quello di Fernando Poo, e l’altro della Guinea Spagnola Continentale.

Nel 1952 intervenne una ulteriore variazione e si stabilì che il capo di ciascun distretto doveva essere il destinatario di ogni potere.

Il 17 marzo 1959 ancora una suddivisione portò i distretti a tre: Fernando Poo, Bata e Rio Benito. Il nucleo principale della Guinea Spagnola, quello del Rio Muni, compreso fra il Camerun ed il Gabon, che allora avevano già raggiunto l’indipendenza, si trovò in una situazione molto precaria poiché quegli stati, anticolonialisti, cominciarono a fare pressioni per creare in tutta l’area una vasta zona unitaria completamente africana.

Il 30 giugno 1959 la colonia si chiamò “Regione Equatoriale di Spagna”. Il territorio fu diviso in due province, la prima comprendente le isole Fernando Poo e Annobon, la seconda le due isole Elobey, l’isola di Corisco e, sul continente, Rio Muni. Fu raggiunta la parità dei diritti di cittadinanza con i territori metropolitani.

Nel 1960 alle “Cortes” di Madrid entrarono sei rappresentanti, di cui tre di colore. Nel novembre 1963 la Spagna, sollecitata dalle Nazioni Unite, concesse una certa autonomia con l’istituzione di una Assemblea Nazionale, un Consiglio di governo  ed un governatore civile per ciascuna delle due province. Nel gennaio 1964 questo assetto fu varato definitivamente.

Col sopraggiungere di mire espansionistiche da parte della Nigeria, del Camerun e del Gabon, si accelerò il processo per il raggiungimento dell’indipendenza, con l’approvazione della Costituzione, preparata dalla Spagna, anche se i pareri furono discordi. Nell’agosto del 1968 la Costituzione fu approvata e le elezioni del settembre successivo furono vinte da M. Francisco Macias Nguema ed il 12 ottobre 1968 il paese fu indipendente e chiamato Repubblica di Guinea Equatoriale.

Nel marzo 1969 si verificò un colpo di stato, fallito; i rapporti con la Spagna si deteriorarono e settemila cittadini spagnoli, coloni e funzionari, lasciarono il paese che alla fine degli anni settanta si trovò al collasso. Macias Nguema instaurò la dittatura, non ottenne gli sperati massicci aiuti sovietici; fu inevitabile quindi il colpo di stato del 3 agosto 1979.

Prese le redini del governo il vice Ministro della Difesa, T. Obiang Nguema, nipote del dittatore. Egli si mise subito all’opera; al comando di un Consiglio Militare Supremo predispose un regolare bilancio dello stato; riattivò le trasmissioni  radiofoniche interrotte; rivolse numerosi appelli ai fuoriusciti perché tornassero ad aiutare il paese a risollevarsi.

In campo internazionale ridimensionò i rapporti con l’Unione Sovietica e si rivolse di più verso i paesi occidentali. Nel 1985 la Guinea Equatoriale entrò a far parte dell’Area Monetaria del franco e concluse un patto di cooperazione con la Spagna che si impegnò anche a mettere in atto l’addestramento  della forza di polizia, oltre che il miglioramento dello sfruttamento delle principali risorse del  paese. A questa evoluzione economica però non corrispose quella politica; il persistere del blocco alla democratizzazione provocò, il 20 luglio 1986, un colpo di stato condotto da E. Abeso Mundu, che fallì e l’autore il mese dopo fu giustiziato. Nonostante ciò, nelle elezioni del 1989 Obiang Nguema fu riconfermato presidente per altri sette anni.

Nel maggio 1990 si costituì a Madrid un nuovo partito d’opposizione: il Partito Socialista Democratico, guidato da M. Mangue Mba.

A seguito di molteplici pressioni Obiang Nguema nel gennaio 1992 varò un governo di transizione che, di fatto, aprì la via al multipartitismo.

Nel novembre 1993 si ebbero le elezioni legislative che registrarono una scarsa affluenza alle urne, perché boicottate dall’opposizione che le riteneva  in partenza viziate da una campagna elettorale intimidatoria. Naturalmente furono vinte dal partito già al governo e risultato analogo lo sortirono anche le presidenziali del 1996 che confermarono presidente per la terza volta  Obiang Nguema.

Per la politica estera la Guinea Equatoriale ebbe sempre buoni rapporti con la Francia ed anche quelli con la Spagna, dopo un primo deterioramento nel 1993, migliorarono poi nel 1996. Buoni furono anche quelli  con la Cina e la Nigeria, con la quale si firmò un trattato di cooperazione economica. Con quest’ultima alcuni contrasti, per questioni di giacimenti di petrolio, sorsero nel corso del 1997. Nguema continuò a praticare una politica violenta, colma di repressioni, e nel marzo 1998 ordinò che fossero imprigionati i più importanti capi delle opposizioni.  Ciò, nonostante le condanne per violazione dei diritti umani, pronunciate contro di lui da Amnesty International. In questo clima intimidatorio si svolsero anche le elezioni legislative del marzo del 1999 che ancora una volta, quindi, furono vinte dal partito di governo.